Il misterioso oggetto circolare del Lago
Vostok e le bizzarrie temporali del “Time Gate” aprono un capitolo
nuovo sulla storia dell’antico Eden nell’Antartide. Chi si nasconde
sotto i ghiacci del continente: nazisti superstiti del Reich o una
antica civiltà di rettiliani? Che cosa ne pensano quelli che abitano le
basi di ricerca scientifica in Antartide?
I misteri dell’Antartide
Per molto tempo il continente antartico è
stato ignorato dalla storia. Nel medioevo, la Chiesa e le Società
iniziatiche del tempo sapevano che esisteva ai limiti estremi
dell’emisfero australe e ritenevano che rappresentasse quanto rimaneva
dell’antico Eden. Una convinzione che apparteneva anche alla tradizione
dell’antico druidismo europeo.
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Tuttavia, contrariamente a ogni logica
ipotizzabile, gli USA, inaspettatamente, hanno rinunciato a rivendicare
il proprio diritto sovrano sull’Antartide giungendo a invitare altre
nazioni a gestire insieme il territorio per decidere le sorti future del
continente. Nel 1959 a Washington si riunirono i rappresentanti di vari
stati. Oltre alle prime sette nazioni che ufficialmente avevano già
ipotizzato di rivendicare la loro sovranità su alcune parti
dell’Antartide, ovvero Regno Unito, Norvegia, Nuova Zelanda, Australia,
Cile, Argentina e Francia, erano presenti anche Belgio, Giappone,
Sudafrica e Unione Sovietica. Le nazioni convenute giunsero così a
siglare le fondamenta giuridiche del cosiddetto “Trattato Antartico” con
cui si impegnavano a gestire le modalità di insediamento e di
esplorazione del continente, impegnandosi in una reciproca cooperazione.
Merita soffermarsi su alcuni passi emblematici del trattato: “Nessuno Stato può arrogarsi il diritto di occupare il territorio che è patrimonio dell’umanità”, neppure se ha delle stazioni di ricerca sul territorio. E poi ancora: “… è
proclamata la libertà di ricerca scientifica sul territorio ed è
prevista la cooperazione in essa anche nello scambio delle informazioni
ottenute su territori che sono considerati patrimonio dell’umanità”.
Perché mai dichiarare l’Antartide
“patrimonio dell’umanità”? Che cosa ha spinto gli USA a regalare al
pianeta il libero accesso al continente antartico? Forse proprio per
quello che già sapevano le consorterie medievali?
A seguito di questo trattato, oggi in
Antartide le varie nazioni del pianeta hanno ricavato specifiche
competenze territoriali dove hanno impiantato le loro basi scientifiche
che stanno conducendo un lavoro di ricerca, per la verità non sempre
molto chiaro.
Attualmente, per quanto se ne sa,
vengono condotte ricerche sul comportamento dei venti di alta quota e
sulla rilevazione delle temperature polari. Si eseguono carotaggi
estraendo porzioni di ghiaccio dal suolo. Vengono altresì collaudate
attrezzature per sport estremi, si studiano i comportamenti psicologici
dei membri delle spedizioni asserragliati nei loro rifugi tecnologici.
Risulta poi che sono stati montati anche telescopi amatoriali per
improbabili osservazioni astronomiche che adesso poco alla volta vengono
sostituiti con attrezzature più professionali.
In linea teorica si potrebbe pensare che
non ci sia molto da studiare sul continente antartico. Un lavoro che
oltretutto potrebbe essere condotto da pochi enti di ricerca senza dover
essere sviluppato da una pletora di stazioni scientifiche in una
ripetizione di dati che, visto il patto di reciproca collaborazione,
risulta inutile e paradossale. Così, in apparenza nulla sembrerebbe
giustificare i considerevoli costi che ciascun insediamento scientifico
porta a gravare sul bilancio delle Nazioni promotrici. L’Italia, ad
esempio, ha contribuito per circa 25 anni al “Programma Nazionale di
Ricerche in Antartide”, il “PNRA”, con 550 milioni di euro. L’ultima
trance per il 2010-2011, suggellata dal Ministro Gelmini, è stata di ben
18 milioni di euro, ovvero 36 miliardi delle vecchie lire per
intenderci.
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Il caso del Lago Vostok
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Base antartica McMurdo degli USA
Il primo caso di eventi non
convenzionali che si affianca alla consueta rilevazione scientifica
riguarda il lago subantartico Vostok. Fino agli anni settanta “Vostok”
era solo il nome di una stazione di ricerca dell’ex-Unione Sovietica,
poi ceduta dalla Russia agli Stati Uniti, con cui condivide ancora la
ricerca in loco. A seguito dell’impiego di speciali radar, dedicati
all’esplorazione del sottosuolo dei ghiacci, venne evidenziata una zona
piatta e anomala che portò alla conclusione che sotto la calotta
glaciale c’era un vero e proprio lago d’acqua liquida.
Un lago, grande come l’Ontario, lungo
quasi 250 chilometri e largo 50, profondo 1000 metri, ma che si trova a 4
chilometri dal livello della superficie. I ricercatori stimarono che il
lago poteva essere stato originato dalla caduta di un meteorite oppure
da una depressione provocata da un vulcano in formazione quando il
continente non era ancora ricoperto dai ghiacci.
Nelle sue acque, che risulterebbero
incontaminate essendo sigillate dall’enorme massa ghiacciata che lo
sovrasta, i ricercatori americani e russi sperano oggi di poter
recuperare microrganismi e vegetali di milioni di anni fa. L’ipotesi che
l’acqua di questo bacino si congeli e poi si scongeli lascerebbe
supporre la possibilità che nelle sue acque possa esistere qualche forma
di vita ancora attiva.
Ma l’interesse suscitato intorno a
questo lago subantartico è stato causato dalla forte anomalia magnetica
riscontrata, nella zona sud-orientale, durante i voli esplorativi
effettuati a partire dal 2001. L’energia dell’anomalia è stata calcolata
in 1000 nanotesla, si estende per ben 166 chilometri quadrati ed è in
grado di far impazzire gli strumenti di bordo.
Le cause di questa anomalia non sono
state ancora spiegate. Alcuni ricercatori l’hanno messa in relazione
all’oggetto di natura metallica che è stato rilevato alla base del lago.
La stessa natura di questo oggetto
rimane un altro mistero a cui non viene data spiegazione. In un primo
momento si pensava che si trattasse del meteorite che poteva aver
causato la depressione del lago. Ma in seguito, dopo ulteriori rilievi
effettuati ancora con i radar, è stato stabilito che l’oggetto aveva una
forma circolare, e probabilmente anche cilindrica, con un diametro
notevolmente esteso. Al di là dei possibili errori di rilevazione radar,
l’oggetto sembrava apparire di forma particolarmente regolare.
Altri fatti rendono ancor più enigmatico
il caso del Lago Vostok, come le voci dell’inspiegabile scomparsa di
due turiste australiane che, dopo aver comunicato con la loro base un
non meglio precisato “incontro con qualcosa di anomalo” nei pressi del
lago, sono state intercettate da un elicottero militare e internate in
una base americana.
Da quanto raccolto da operatori in
Antartico si racconta che le due donne australiane, mentre
attraversavano il continente antartico sugli sci, una volta giunte sul
luogo del Lago Vostok sono state prelevate con la forza da una squadra
americana e messe in isolamento in un luogo non precisato sotto il
controllo dell’autorità americana. Altro non è stato detto e da allora
non si è saputo che fine abbiano fatto le due malcapitate. L’unica cosa
certa è che la loro scomparsa cela un mistero collegato con l’ultimo
loro collegamento radio effettuato con la base australiana Casey, nel
corso del quale affermavano che “avevano visto qualcosa che volevano
assolutamente riferire, ma di cui non osavano parlare via radio, per
timore di essere captate”. Tuttavia sono state intercettate e messe in
isolamento, rendendo ancora più fitto il mistero.
Ma il caso delle due australiane non è
l’unico. Nei primi mesi del 2012 si è verificata la scomparsa di un
intero team di scienziati, di cui hanno dato notizia network importanti
come
la Fox, poi riapparsi improvvisamente dopo una settimana di comunicazioni interrotte.
Ad oggi, testimoni non confermati
riportano che l’area del Lago Vostok ospita un numero inconsueto di
escavatori, di personale scientifico e militare e di altri mezzi
logistici. Questi stessi riportano anche che al Lago Vostok sia presente
la NSA americana, “L’Agenzia per la Sicurezza Nazionale”, e che questa
abbia perimetrato l’intera zona del lago, secretando le comunicazioni
sull’area e impedendo l’accesso a chiunque non sia autorizzato, allo
scopo dichiarato di “evitare contaminazioni”.
Che cosa sta succedendo nel cuore
dell’Antartide? Che cos’è quell’oggetto metallico circolare che emette
onde elettromagnetiche dal fondo del Lago Vostok? Che cosa hanno visto
le due australiane che non dovevano vedere?
Il caso del “Time Gate” antartico
Un altro mistero riferito all’Antartide è
quello del cosiddetto “vortice temporale del Time Gate”. E qui non si
riesce a capire come possano prolificare tante narrazioni, mai
documentabili, ma comunque sempre coerenti nella narrazione e di sicuro
impatto suggestivo. Viene raccontato dai testimoni che il 27 gennaio
1996, mentre una équipe di scienziati americani e inglesi stava
svolgendo delle ricerche sul continente antartico, la ricercatrice
Mariann McLein comunicò di aver osservato un inconsueto vortice di
nebbia grigia al di sopra del Polo Sud.
In un primo momento la spiegazione del
fenomeno fu che doveva trattarsi di una tempesta di sabbia. Tuttavia,
poiché nel corso del tempo la grande nube grigia non cambiava forma né
si spostava dalle coordinate in cui era stata osservata per la prima
volta, i ricercatori decisero di investigare sull’insolito fenomeno e
lanciarono verso il cielo un pallone sonda di tipo meteorologico.
Il pallone sonda era dotato di
strumentazioni in grado di registrare la velocità del vento, la
temperatura e la composizione dell’aria e altre cose utili allo scopo.
Il pallone salì in alto e una volta in prossimità del vortice scomparve
all’improvviso alla vista degli sbalorditi ricercatori. Dopo un breve
momento di sorpresa gli scienziati afferrarono la corda che tratteneva
il pallone meteorologico a terra e lo tirarono verso il basso.
Dopo averlo recuperato controllarono i
dati rilevati dalle apparecchiature di bordo e con sorpresa si accorsero
che il cronometro di bordo mostrava la data del 27 gennaio 1965. Lo
stesso giorno del lancio, ma con la data di trent’anni prima. Ritenendo
che si trattasse di un errore della strumentazione di bordo, i
ricercatori, dopo aver controllato che l’equipaggiamento fosse
funzionante, ritentarono più volte l’esperimento lasciando che il
pallone sonda finisse dentro la nube grigia sulle loro teste. Ma tutte
le volte che lo riportavano a terra, l’orologio di bordo mostrava ancora
la data che risultava posta nel passato.
Il fenomeno venne classificato dai
ricercatori con il nome di “the Time Gate” e venne fatto rapporto alla
Casa Bianca. Attualmente le indagini sull’inspiegabile fenomeno sono
ancora in corso e si suppone che il vortice sopra il Polo Sud possa
essere la manifestazione di un “wormhole”, un “buco” spazio-temporale
previsto dalla fisica quantistica che teoricamente consentirebbe di
penetrare dentro altre dimensioni temporali.
Fonti dell’underground culturale
newyorkese affermano che la ricerca sul fenomeno è andata
particolarmente avanti e che sarebbe allo studio un programma
governativo che prevede la possibilità di far esplorare il varco
temporale direttamente da volontari umani.
Resti di una antica civiltà?
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Una delle misteriose “bocche” che si aprono
verso il sottosuolo del continente antartico. La loro struttura porta a
pensare che siano di natura artificiale. Le misure sono considerevoli, è
stata infatti calcolata una apertura di almeno 90 metri di larghezza e
30 di altezza
Un altro mistero dell’Antartide riguarda
la scoperta, nei pressi del Lago Vostok, di una antica città
abbandonata. L’annuncio sarebbe attribuibile a una troupe televisiva
della California che dopo aver girato dei video sarebbe scomparsa dal
novembre 2002. La notizia riporta che fonti della Marina americana hanno
sostenuto di avere trovato un video girato dall’équipe in una discarica
abbandonata a circa 160 chilometri a ovest della stazione antartica
Vostok. Dopo il ritrovamento, un portavoce del governo americano avrebbe
detto che “il governo degli Stati Uniti cercherà di bloccare la
messa in onda di un video, trovato dai soccorritori della Marina in
Antartide, che rivela presumibilmente che un imponente scavo
archeologico, di 3 chilometri quadrati, è in corso al di sotto dei
ghiacci”. Un portavoce della società televisiva avrebbe replicato: “Questo
video è di proprietà di AtlantisTV, noi l’abbiamo girato. È anche il
nostro. E non appena ci sarà giustamente restituito, lo manderemo in
onda. Fine della storia”. Non resta che rimanere in attesa degli
eventi. Intanto si può ascoltare quello che hanno riferito ai
ricercatori della National Science Foundation due ufficiali della Marina
americana dopo aver visto il contenuto del nastro magnetico: “Spettacolari rovine e altre cose che non eravamo in grado di specificare”.
Un ultimo mistero continua a sussistere e
questo è ben documentabile anche solamente utilizzando le mappe di
Google Earth. Compaiono infatti, quasi sul bordo estremo del continente
Antartico, nella parte orientale, vicino alla base italo-francese
Concordia, delle inspiegabili aperture che emergono dai ghiacci nelle
pareti rocciose.
Sebbene distanti tra di loro parecchi
chilometri, risultano pressoché identiche e assomigliano all’ingresso di
cunicoli che presumibilmente si addentrano nel sottosuolo.
Entrambe le aperture di forma
semicircolare misurano all’incirca 90 metri di larghezza per 30 di
altezza e sembrano sottoposte a una accurata manutenzione.
Bocche secondarie di qualche vulcano
oggi inattivo? Tunnel di qualche installazione sconosciuta? Forse parte
delle installazioni realizzate dai nazisti del Reich durante la loro
permanenza sul continente antartico? Oppure strutture costruite dal
misterioso popolo di umani e sauroidi, che invece di abbandonare
l’antico Eden preferì rimanere per celebrare il ricordo di ere arcaiche?
Anche in questo caso non rimane che
attendere lo sviluppo delle ricerche che studiosi indipendenti stanno
conducendo in gran segreto sul continente dei ghiacci. Sempre a
condizione che non esista veramente una qualche forma di cover up sulle
scoperte effettuate in Antartide.
Che cosa ne pensano quelli che vivono in Antartide
I misteri di cui si ammanta il
continente antartico sembrano essere ben conosciuti da una certa parte
di quanti vivono da anni nelle basi scientifiche permanenti e di quanti
partecipano saltuariamente alle missioni che si susseguono anno dopo
anno.
Sono voci e indiscrezioni che si
rincorrono spesso senza alcuna documentazione, poiché tutti hanno un
certo timore della censura che sembra imperare sul continente antartico.
Ma molte volte le testimonianze fanno parte di esperienze personali,
indelebili, che nessuno può nascondere o far dimenticare.
A conferma di quanto si può ipotizzare
sul caso dei misteri dell’Antartico possiamo citare l’articolo apparso
il 6 febbraio 2000 sulla rivista “The Antarctic Sun”, pubblicata dal
governo americano nella base antartica McMurdo. L’articolo, di T. Lloyd,
si rivolgeva ai fatti che stavano accadendo in Antartide e portava un
titolo inequivocabile: “Continente immacolato, ma con oscuri segreti”.
Un articolo che sembra confermare gli
eventi e la natura misteriosa del continente antartico attraverso la
diretta testimonianza del suo autore che da anni stava raccogliendo dati
che sfuggivano al secretamento da parte delle autorità che gestiscono
l’accesso e la ricerca in Antartide.
Si può citare un passo di questo
articolo che appare sicuramente suggestivo e emblematico se si pensa che
è stato scritto proprio sul continente antartico da un diretto
testimone, da interpretare con tutte le suggestioni e incertezze del
caso:
“In tutte le ricerche che
si svolgono in questo grande continente, vi è una sospetta mancanza di
attenzione a certe teorie, assolutamente straordinarie, che meritano un
esame approfondito. Stiamo vivendo sulla superficie di una terra in gran
parte inesplorata, ed è da tempo che abbiamo preso in considerazione
solo semplici rocce, ghiacciai e pinguini.
Sto parlando dell’evidenza
che è stata sollevata a più riprese, che rivela che non siamo i primi
esseri viventi ad abitare questo luogo, e che la ricerca scientifica non
è l’unica attività che viene svolta qui. Quando riconosceremo che ci
possono essere molte più cose oltre le apparenze che abbiamo sotto gli
occhi?
Come tutti sanno, il
continente è pressoché completamente ricoperto dai ghiacci. Cosa si
nasconda sotto quel ghiaccio, a chilometri di profondità in molti luoghi
del continente, è un fattore ancora sconosciuto. La verità viene fuori,
tuttavia, da poche anime coraggiose che cercano delle risposte ad
alcune domande inquietanti. Esiste nel loro lavoro una forte evidenza
che rivela che l’Antartide è stata abitata molto tempo fa da creature
sconosciute, quando la temperatura di questo continente era molto più
calda”.
C’è una evidente censura sugli eventi e
sui ritrovamenti che vengono fatti in Antartide. Un giorno, forse, si
potrà conoscere la vera storia di questo continente, considerato dalla
Chiesa e dalle Società Iniziatiche medievali, e oggi ancora dalle
tradizioni native di tutti i continenti, come la terra dell’antico Eden.
Una antica terra imperitura che è
rimasta nel ricordo ancestrale delle genti, in cui l’umanità conviveva
con creature sauroidi, oggi ricordate anche dalla Bibbia e conosciute
fantasiosamente come “rettiliani”, da cui ricevette il dono della
conoscenza. L’accesso al suolo dell’Antartide non è facile ed è
regolamentato da una Authority che con il pretesto di salvaguardare
l’ambiente dalle intemperanze del turismo selvaggio impone rigidi
controlli sulle persone e paradossalmente anche sul materiale
documentativo. Per ora non possiamo far altro che vagliare le varie
testimonianze che ci giungono dal continente dei ghiacci perenni per
ricostruire poco alla volta, senza censure che possano impedirlo, il
puzzle della vera storia dell’umanità.
di Giancarlo Barbadoro
Fonte: segnidalcielo
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