martedì 15 giugno 2010

Cosa accadrebbe se trovassimo la vita su Marte?


Venerdì scorso alcuni organi di informazione, tra cui in Italia in particolare La Stampa, hanno riportato con grande evidenza la notizia che i rover della Nasa Spirit e Opportunity, che ormai da sei anni operano sul pianeta rosso, avrebbero trovato all’interno di depositi di gesso marziani dei fossili «molto simili a quelli che si trovano nei nostri oceani, come il phytoplancton e i cyanobatteri», secondo quanto dichiarato da uno dei più grandi esperti di bioastronomia, Bill Schopf, dell’Università della California di Los Angeles, durante la Astrobiology Science Conference 2010 che si sta tenendo a Houston, in Texas.


 

Se vera, si tratterebbe indubbiamente di una scoperta straordinaria, giacché l’esistenza di forme di vita, per quanto semplici, in un luogo così vicino a noi (su scala cosmica praticamente “nel giardino di casa nostra”) significherebbe che la vita è un fenomeno estremamente comune nell’Universo.


 


Per convincercene immaginiamo di lanciare alcune monete a caso su un campo di calcio: la probabilità che due di esse cadano con i bordi a contatto è pressoché nulla se sono poche, mentre cresce sempre di più col crescere del loro numero, fino a diventare virtualmente certa quando le monete sono così tante da ricoprire quasi interamente il terreno. In tal caso, anche l’esistenza di forme di vita più complesse, incluse forme di vita intelligente paragonabili alla nostra, sarebbe, se non proprio certa, quantomeno molto probabile.


 


Purtroppo però la notizia appare frutto di un equivoco (probabilmente causato da un’affrettata lettura da parte di alcuni corrispondenti di un “lancio” del Sun) e la scoperta reale, per quanto interessante, è ben più modesta: Schopf infatti si riferiva a fossili scoperti all’interno di depositi di gesso terrestri.


 


La cosa è tuttavia promettente per il fatto che, come egli stesso ha aggiunto, «fino a questo momento nessuno aveva ipotizzato che il gesso potesse contenere forme di vita», e sulla superficie di Marte sono appunto presenti vasti depositi di gesso, su uno dei quali, per di più, si trova attualmente proprio Opportunity. Ciò significa quindi che, se su Marte è esistita un tempo la vita, allora il robottino della Nasa si trova su un terreno favorevole, o quantomeno non sfavorevole, per scoprirne le tracce.


 


Fonte: ilsussidiario.net




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